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LEONARDO DA VINCI

Leonardo di ser Piero da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato un pittore, ingegnere e scienziato italiano. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista,scenografo, anatomista, musicista , progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.

 

Annunciazione

L'Annunciazione è un dipinto a olio e tempera su tavola (98x217 cm), attribuito a Leonardo da Vinci, databile tra il 1472 e il 1475 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Leonardo

 si allontanò consapevolmente dall'iconografia tradizionale del tema dell'Annunciazione ambientando la scena in un giardino all'esterno della casa della Vergine al posto della consueta loggia o della camera da letto di Maria. Inoltre, per mantenere la riservatezza

 dell'incontro Leonardo dipinse la Madonna in un angolo del palazzo, però facendo intravedere il letto dal portale; poi, un muretto delimita il giardinetto, ma con un passaggio. L'ampia parte della scena dedicata alla natura sembra voler sottolineare come il miracolo dell'Incarnazione divina coinvolga, oltre che un'umana come Maria, l'intero creato. Grande attenzione è riservata infatti alla

descrizione botanica dei fiori e delle altre specie vegetali sia nel prato che nello sfondo: si tratta di un omaggio alla varietà e ricchezza della creazione divina.

 

 

Adorazione dei Magi

L'Adorazione dei Magi è un dipinto a olio su tavola e tempera grassa (246x243 cm) di Leonardo da Vinci, realizzato tra il 1481 e il 1482. Leonardo riuscì a rivoluzionare il tema tradizionale sia nell'iconografia che nell'impostazione compositiva. Innanzitutto, come in altre sue famose opere,

 decise di centrare l'episodio in un momento ben preciso, ricercandone il più profondo senso religioso, cioè nel momento in cui il Bambino, facendo un gesto di benedizione, rivela la sua natura divina agli astanti quale portatore di Salvezza, secondo il significato originario del termine "epifania" ("manifestazione"). Ciò è chiaro nella reazione degli astanti, presi in un vorticoso rutilare di gesti, attitudini ed espressioni di sorpresa e turbamento, al posto della tradizionale compostezza

del corteo dove i pittori erano soliti sfoggiare dettagli ricchi ed esotici. L'effetto è quello di uno sconvolgimento interiore di fronte al manifestarsi della divinità. Da un punto di vista compositivo Leonardo fece sue le innovazioni impostate da Sandro Botticelli nell'Adorazione dei Magi di Santa Maria Novella (1475 circa), ponendo la Sacra Famiglia al centro e i Magi alla base di un'ideale

 piramide che ha come vertice la figura di Maria. La forma pressoché quadrata della tavola gli permise infatti di organizzare la composizione lungo le direttrici diagonali, con il centro nel punto di

 incontro, dove si trova la testa della Vergine. La figura di Maria, collocata in posizione leggermente arretrata, accenna un movimento rotatorio, con le gambe orientate a sinistra e il busto, nonché il volto, verso il Bambino a destra.

 

 

 

 

Il Cenacolo

L'Ultima Cena è un dipinto parietale a tempera grassa (e forse altri leganti oleosi) su intonaco] (460×880 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1495-1498 e conservato nell'ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Si tratta della più famosa rappresentazione dell'Ultima Cena, capolavoro di Leonardo e del Rinascimento italiano in generale. Nonostante ciò l'opera, a causa della singolare tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo, incompatibile con l'umidità dell'ambiente, versa da secoli in un cattivo stato di conservazione, che è stato almeno fissato e, per quanto possibile, migliorato nel corso di uno dei più lunghi e capillari restauri della storia, durato dal 1978 al 1999 con le tecniche più all'avanguardia del settore.

Il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21, nel quale Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi apostoli. L'opera si basa sulla tradizione dei cenacoli di Firenze, ma come già Leonardo aveva fatto con l'Adorazione dei Magi, l'iconografia venne profondamente rinnovata alla ricerca del significato più intimo ed emotivamente rilevante dell'episodio religioso. Leonardo infatti studiò i "moti dell'animo" degli apostoli sorpresi e sconcertati all'annuncio dell'imminente tradimento di uno di loro.

Dentro la scatola prospettica della stanza, rischiarata da tre finestre sul retro e con l'illuminazione frontale da sinistra che corrispondeva all'antica finestra reale del refettorio, Leonardo ambientò in primo piano la lunga tavola della cena, con al centro la figura isolata di Cristo, dalla forma pressoché piramidale per le braccia distese. Egli ha il capo reclinato, gli occhi socchiusi e la bocca appena discostata, come se avesse appena finito di pronunciare la fatidica frase.

 

La Gioconda

La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto a olio su tavola di pioppo (77 cm×53 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1503-1506 circa, e conservata nel Museo del Louvre di Parigi. Opera iconica ed enigmatica, si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia, nonché di una delle opere d'arte più note in assoluto.

Il sorriso impercettibile della Gioconda, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di

 critica, di letteratura, di opere di immaginazione, di studi anche psicoanalitici. Sfuggente, ironica e sensuale, la Monna Lisa è stata di volta in volta amata, idolatrata, ma anche derisa o aggredita.

Il ritratto mostra una donna seduta a mezza figura, girata a sinistra, ma con il volto pressoché

 frontale, ruotato verso lo spettatore. Le mani sono dolcemente adagiate in primo piano, mentre

 sullo sfondo, oltre una sorta di parapetto, si apre un vasto paesaggio fluviale, con il consueto

repertorio leonardesco di picchi rocciosi e speroni. Indossa una pesante veste scollata, secondo la moda dell'epoca, con un ricamo lungo il petto e maniche in tessuto diverso; in testa indossa un velo trasparente che tiene fermi i lunghi capelli sciolti, ricadendo poi sulla spalla dove si trova

 appoggiato anche un leggero drappo a mo' di sciarpa. Alla perfetta esecuzione pittorica, in cui è

impossibile cogliere tracce delle pennellate grazie al morbidissimo sfumato, Leonardo aggiunse un'impeccabile resa atmosferica, che lega indissolubilmente il soggetto in primo piano allo sfondo,

e una profondissima introspezione psicologica. 

Il quadro di Leonardo fu uno dei primi ritratti a rappresentare il soggetto davanti a un panorama ritenuto, dai più, immaginario. Una caratteristica interessante del panorama è che non è uniforme. La parte di sinistra è evidentemente posta più in basso rispetto a quella destra. Questo fatto ha portato alcuni critici a ritenere che sia stata aggiunta successivamente.

La Gioconda si trova in una specie di loggia panoramica, come dimostrano le basi di due colonne laterali sul parapetto; una copia seicentesca mostrerebbe la composizione originaria in cui è visibile la parte architettonica successivamente mutilata.

Considerando la grande cura di Leonardo per i dettagli, molti esperti ritengono che non si tratti di uno sfondo inventato, ma rappresenti anzi un punto molto preciso della Toscana, cioè là dove l'Arno supera le campagne di Arezzo e riceve le acque della Val di Chiana. C'è un indizio preciso sulla destra della Gioconda oltre la spalla, è un ponte basso, a più arcate, cioè un ponte antico, a schiena d'asino di stile romanico, un ponte identico al ponte a Buriano che scavalca tutt'oggi l'Arno e che venne costruito a metà del XIII secolo, quando Arezzo attraversava un periodo di grande prosperità. Sopra le sue arcate passa l'antica via Cassia che collega Roma, Chiusi,Arezzo e Firenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RAFFAELLO SANZIO

 

Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento italiano.

 

Lo sposalizio della Vergine

Lo Sposalizio della Vergine è un dipinto a olio su tavola.

Lo sposalizio di Maria e Giuseppe avviene in primo piano, con al centro un sacerdote che, tenendo le mani di entrambi, officia la funzione. Come da iconografia tradizionale, dal lato di Maria, in questo caso la sinistra, si trova un gruppo di donne, da quello di Giuseppe di uomini, tra cui uno, presente in tutte le versioni del soggetto, che spezza con la gamba il bastone che, non avendo fiorito, ha determinato la selezione dei pretendenti. Maria infatti, secondo i vangeli apocrifi, era cresciuta nel Tempio di Gerusalemme (quindi con uno stile di vita casto, simile a quello delle monache) e quando fu giunta in età da matrimonio venne dato a ognuno dei pretendenti un ramo secco, in attesa di un segno divino: l'unico che fiorì, fu quello di Giuseppe.

La disposizione dei personaggi in primo piano non è allineata e con pose rigidamente bilanciate e simmetriche (come in Perugino), ma più naturale, con una maggiore varietà delle pose e dei raggruppamenti.

Lo sfondo è occupato da una piazza lastricata a grandi riquadri, al termine della quale si trova un edificio a pianta centrale, al culmine di una gradinata, sul cui portale convergono tutte le linee prospettiche del dipinto: le riflettografie hanno infatti rivelato il reticolo di linee convergenti verso il portale del tempio. Alcuni gruppetti di figure, senza un particolare significato, popolano la piazza per dare un tocco quotidiano e per scandire la profondità spaziale, con le loro dimensioni opportunamente

 scanalate. Il tempio sopraelevato ha sedici lati ed è circondato, al piano terra, da un porticato con colonne ioniche e archi a tutto sesto. Sull'architrave al centro del portico, sopra gli archi, si trova la firma

dell'artista e la data, negli spazi tra l'arco. In alto il portico è raccordato al corpo centrale da una serie di volute. Il piano superiore è scandito da lesene e finestre architravate rettangolari, con un cornicione oltre il quale si innesta la cupola con lanterna. Il portale centrale, con timpano triangolare

, è aperto e allineato a un'apertura gemella sull'altro lato, pure aperta, permettendo di mostrare il cielo e amplificare il respiro dell'opera, nonché esprimere la piena armonia tra architettura e mondo naturale.

 

 

 

 

 

 

Madonna del Prato

La Madonna del Belvedere (o Madonna del Prato) è un dipinto olio su tavola.

Immersi in un ampio paesaggio lacustre, dall'orizzonte particolarmente alto, si trovano la Madonna seduta, che regge tra le gambe Gesù Bambino, il quale sembra muovere i primi passi incerti della fanciullaggine, e san Giovannino che, inginocchiato a sinistra, offre la croce astile, suo tipico attributo, al gioco dell'altro fanciullo. Nel gesto di Gesù che afferra la croce c'è un richiamo al destino del suo martirio.

La composizione, sciolta e di forma piramidale, con i protagonisti legati dalla concatenazione di sguardi

e gesti, deriva con evidenza da modelli leonardeschi, come la Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino, ma se ne distacca sostituendo, al senso di mistero e all'inquietante carica di allusioni e suggestioni, un sentimento di calma e spontanea familiarità.

Maria ha una posa contrapposta, con la gamba destra distesa lungo una diagonale, che trascina con sé il manto azzurro bordato d'oro; alla massa azzurra si contrappone quella rossa della veste. Il rosso rappresentava la Passione di Cristo e il blu la Chiesa, per cui nella Madonna vi era sottintesa l'unione della Madre Chiesa con il sacrificio di suo Figlio. Il suo busto è quindi ruotato verso destra, ma la testa e lo sguardo si dirigono invece in basso a sinistra, verso i fanciulli. Il sole è sostituito dal volto della Vergine, che irradia il paesaggio circostante. È presente una netta linea di contorno tra i personaggi e il paesaggio che, a differenza della pittura leonardesca, viene posto in secondo piano.

 

 

Stanze Vaticane

Le Stanze di Raffaello sono quattro sale in sequenza che fanno parte dei Musei Vaticani e sono così chiamate perché affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega.

Da ovest a est si susseguono una serie di ambienti di forma rettangolare, che presero il nome dagli affreschi situati. Si incontrano così la Stanza dell'Incendio, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Sala di Costantino.

Le prime tre sono coperte da volta crociera e misurano circa 7 metri per 8; la quarta 10x15. Queste sono le stanze interessate dagli affreschi di Raffaello.

L'affresco, inquadrato da un arco dipinto, rappresenta i più celebri filosofi e matematici dell'antichità intenti nel dialogare tra loro, all'interno di un immaginario edificio classico, rappresentato in perfetta prospettiva.

Le figure sono disposte sostanzialmente su due piani definiti da una larga scalinata che taglia l'intera scena. Un primo e più numeroso gruppo è disposto ai lati di una coppia centrale di figure che conversano, identificate in Platone e Aristotele. Un secondo gruppo autonomo, in cui sono stati individuati i pensatori interessati alla conoscenza della natura e dei fenomeni celesti, è disposto in primo piano sulla sinistra, mentre di un terzo, anch'esso indipendente, ristretto e disposto simmetricamente al secondo, è di difficile l'identificazione dell'ambito intellettuale, nonostante gli sforzi degli studiosi; indizio è la presenza di una figura identificata in Euclide (o Archimede, sotto lesembianzedi Donato Bramante) intento a tracciare una dimostrazione geometrica.

Liberazione di San Pietro dal carcere

 

La scena è stata resa dal Sanzio fortemente unitaria nonostante l'articolarsi della parete in tre zone, a causa dell'apertura della finestra, che Raffaello riempì con tre momenti del racconto. Al centro, al di là di una grata tra oscure e massicce cortine murarie, avviene l'apparizione radiosa dell'angelo nel carcere, dove Pietro giace ancora profondamente immerso nel sonno e avvinto dalle catene; l'apparizione luminosa dell'angelo e le sbarre in controluce generano un sorprendente effetto di profondità spaziale. L'emanazione luminosa arriva a toccare tutti gli elementi della scena, comprese le mura carcerarie, dove permangono bagliori rossicci. Pietro appare vecchio e stanco: secondo alcuni la raffigurazione alluderebbe alla morte di Giulio II (1513), liberato dal "carcere terreno, oppure alla liberazione di Leone X, ancora cardinale, dalla prigionia che seguì la battaglia di Ravenna.

Sono presenti ben quattro tipi diversi di luce: la luna, che si riflette nelle armature dei soldati; la fiaccola, con il suo riverbero fluttuante; la luce divina, che ricorda quella presente ne "Il sogno di Costantino"; infine c'è la luce della finestra sottostante (nell'immagine è fotografata chiusa) che si somma alla luce dell'angelo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MICHELANGELO BUONARROTI

Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) è stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano.

Protagonista del Rinascimento italiano, fu riconosciuto già al suo tempo come uno dei maggiori artisti di sempre.

Fu nell'insieme un artista tanto geniale quanto irrequieto. Il suo nome è collegato a una serie di opere che lo hanno consegnato alla storia dell'arte, alcune delle quali sono conosciute in tutto il mondo e considerate fra i più importanti lavori dell'arte occidentale: il David, la Pietà, la Cupola di San Pietro o il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina sono considerati traguardi insuperabili dell'ingegno creativo.

 

La Pietà di San Pietro

La Pietà vaticana è una scultura marmorea (altezza 174 cm, larghezza 195 cm, profondità 69 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1497-1499 e conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. Si tratta del primo capolavoro dell'allora poco più che ventenne Michelangelo, considerata una delle maggiori opere d'arte che l'Occidente abbia mai prodotto. È anche l'unica opera da lui firmata, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine.

Il soggetto del gruppo scultoreo è definito nel contratto: «Una Pietà di marmo, cioè una Vergine Maria vestita con un Cristo morto nudo in braccio».

L'iconografia della Pietà veniva tradizionalmente risolta in uno schema piuttosto rigido, con la contrapposizione tra il busto eretto e verticale di Maria e il corpo irrigidito in posizione orizzontale di Gesù. Michelangelo innovò invece la tradizione concependo il corpo di Cristo come mollemente adagiato sulle gambe di Maria con straordinaria naturalezza, privo della rigidità delle rappresentazioni precedenti e con un'inedita compostezza di sentimenti. Le due figure sembrano fondersi in un momento di toccante intimità, dando origine a un'originale composizione piramidale.

La Vergine siede su una sporgenza rocciosa, qui ben finita con piccole fessure ad arte (a differenza di altre opere dell'artista in cui era semplicemente l'avanzo della sbozzatura del marmo), che simboleggia la sommità del monte Calvario.

 

David

Il David è una celebre scultura, realizzata in marmo (altezza 410 cm esclusa la base) da Michelangelo Buonarroti, databile tra il1501 e l'inizio del 1504.

L'eroe biblico è rappresentato nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia, il gigante filisteo; nella mano destra, infatti, stringe il sasso con il quale sconfiggerà il nemico da lì a poco. Lo sguardo fiero e concentrato è rivolto al nemico, con le sopracciglia aggrottate, le narici dilatate e una leggera smorfia sulle labbra che forse tradisce un sentimento di disprezzo verso Golia. Nella realizzazione degli occhi Michelangelo perfezionò la tecnica di perforare le pupille affinché potessero evitare la luce e creare un gioco di ombre che rende gli occhi molto più penetranti. Difficile è dire perché Michelangelo rompe con la tradizione che vuole Davide rappresentato con la testa di Golia tagliata oltre che non possente e muscoloso ma adolescelmente minuto. Di certo ci sono che il masso era fragile e già sbozzato e quindi forse non permetteva la creazione agile della testa; che il David di Michelangelo doveva rappresentare la neonata Repubblica e si doveva distinguere dal David di Donatello che invece sanciva la consacrazione divina dei Medici tiranni.

 

 

Tondo Doni

Il Tondo Doni è un dipinto a tempera grassa su tavola (diametro 120 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al1503-1504 circa.  Conservato nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo, è l'unica opera su supporto mobile, certa e compiuta, dell'artista.

 la Madonna in primo piano, contrariamente a tutta l'iconografia antecedente, non ha il Bambino in primo piano, ma si volta per prenderlo da Giuseppe, che è inginocchiato dietro di lei. Essa, accoccolata a terra, ha appena smesso di leggere il libro che ora è chiuso e abbandonato sul suo manto fra le gambe. Gesù, rubicondo e ricciuto, sta acconciando i capelli della madre[2]. Maria ha una bellezza virile, con una pronunciata muscolatura delle braccia, che preannuncia le Sibille della volta della Cappella Sistina. In secondo piano, emergente da una cavità con davanti una sorta di muretto grigio, si vede il piccolo san Giovanni Battista e più lontano una fascia di ignudi appoggiati a un emiciclo di rocce spezzate; sullo sfondo infine si vede un paesaggio definito sinteticamente, con un lago, un prato e montagne che sfumano in lontananza davanti a un cielo azzurrino.

L'andamento orizzontale dello sfondo contrasta con la composizione verticale e ascendente delle figure in primo piano, bilanciandola e rendendo più vivace l'insieme.

 

Sagrestia Nuova

La Sagrestia Nuova è un ambiente della basilica di San Lorenzo di Firenze, tra i capolavori di Michelangelo come architetto e come scultore.

Partendo dalla stessa pianta della Sacrestia di Brunelleschi, Michelangelo divise lo spazio in forme più complesse, trattando le pareti con piani a livelli diversi in piena libertà. Su di esse ritagliò elementi classici come archi, pilastri, balaustre e cornici, ora in marmo e ora in pietra serena, disposti però in figure e schemi completamente nuovi.

In tutte le pareti si trovano la scarsella, nel lato dell'altare, l' in compita tomba dei "Magnifici" e le due tombe dei "Duchi" nelle pareti laterali. Queste ultime, sopra le semplice specchiature profilate nella metà interiore, presentano una tripartizione interna nella fascia mediana, in cui si vedono la nicchia rettangolare con la statua del defunto al centro e ai lati, spartite da pilastri binati in marmo, due nicchie con timpano arcuato su mensole appoggiate sulla cornice, che riprendono, semplificandolo, il disegno delle nicchie sopra i portali. Le tombe si inseriscono dunque nelle pareti interagendo con l'architettura, anziché semplicemente appoggiandovisi.

 

Biblioteca Laurenziana

La Biblioteca Medicea Laurenziana, anticamente chiamata Libreria Laurenziana, è una delle principali raccolte di manoscritti al mondo, nonché un importante complesso architettonico di Firenze, disegnato da Michelangelo Buonarroti tra il 1519 e il 1534.

Essa custodisce 68.405 volumi a stampa, 406 incunaboli, 4.058 cinquecentine e, soprattutto, 11.044 pregiatissimi manoscritti

La biblioteca è una delle maggiori realizzazioni dell'artista fiorentino in campo architettonico, importante anche per le decorazioni e l'arredo interno, giunto in buono stato fino a noi (Michelangelo fornì anche disegni degli stalli di legno per la lettura dei manoscritti). L'opera viene ritenuta una piena espressione dell'atteggiamento manierista che rivendica la libertà linguistica rispetto alla canonizzazione degli ordini classici e delle regole compositive.

Il problema del dislivello tra vestibolo e sala di lettura richiese la creazione di uno scalone. Il disegno per la celebre scala tripartita venne fornito nel 1559 e inizialmente era previsto l'uso del legno di noce, che poi Bartolomeo Ammannati eseguì in pietra serena su volontà di Cosimo I.

Per la prima volta si può riconoscere un'anticipazione dello stile barocco che di lì a poco avrebbe invaso l'Europa.

Il pavimento presenta disegni intarsiati in terracotta rossa e bianca, realizzato da Santi Buglioni a partire dal 1548 su progetto del Tribolo che riprende la partizione del soffitto. Tribolo, di ritorno da Roma dove aveva incontrato Michelangelo per avere indicazioni e istruzioni per il cantiere, riporta una tecnica realizzativa ancora in parte da chiarire

LEONARDO DA VINCI

Leonardo di ser Piero da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato un pittore, ingegnere e scienziato italiano. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista,scenografo, anatomista, musicista , progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.

 

Annunciazione

L'Annunciazione è un dipinto a olio e tempera su tavola (98x217 cm), attribuito a Leonardo da Vinci, databile tra il 1472 e il 1475 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Leonardo

 si allontanò consapevolmente dall'iconografia tradizionale del tema dell'Annunciazione ambientando la scena in un giardino all'esterno della casa della Vergine al posto della consueta loggia o della camera da letto di Maria. Inoltre, per mantenere la riservatezza

 dell'incontro Leonardo dipinse la Madonna in un angolo del palazzo, però facendo intravedere il letto dal portale; poi, un muretto delimita il giardinetto, ma con un passaggio. L'ampia parte della scena dedicata alla natura sembra voler sottolineare come il miracolo dell'Incarnazione divina coinvolga, oltre che un'umana come Maria, l'intero creato. Grande attenzione è riservata infatti alla

descrizione botanica dei fiori e delle altre specie vegetali sia nel prato che nello sfondo: si tratta di un omaggio alla varietà e ricchezza della creazione divina.

 

 

Adorazione dei Magi

L'Adorazione dei Magi è un dipinto a olio su tavola e tempera grassa (246x243 cm) di Leonardo da Vinci, realizzato tra il 1481 e il 1482. Leonardo riuscì a rivoluzionare il tema tradizionale sia nell'iconografia che nell'impostazione compositiva. Innanzitutto, come in altre sue famose opere,

 decise di centrare l'episodio in un momento ben preciso, ricercandone il più profondo senso religioso, cioè nel momento in cui il Bambino, facendo un gesto di benedizione, rivela la sua natura divina agli astanti quale portatore di Salvezza, secondo il significato originario del termine "epifania" ("manifestazione"). Ciò è chiaro nella reazione degli astanti, presi in un vorticoso rutilare di gesti, attitudini ed espressioni di sorpresa e turbamento, al posto della tradizionale compostezza

del corteo dove i pittori erano soliti sfoggiare dettagli ricchi ed esotici. L'effetto è quello di uno sconvolgimento interiore di fronte al manifestarsi della divinità. Da un punto di vista compositivo Leonardo fece sue le innovazioni impostate da Sandro Botticelli nell'Adorazione dei Magi di Santa Maria Novella (1475 circa), ponendo la Sacra Famiglia al centro e i Magi alla base di un'ideale

 piramide che ha come vertice la figura di Maria. La forma pressoché quadrata della tavola gli permise infatti di organizzare la composizione lungo le direttrici diagonali, con il centro nel punto di

 incontro, dove si trova la testa della Vergine. La figura di Maria, collocata in posizione leggermente arretrata, accenna un movimento rotatorio, con le gambe orientate a sinistra e il busto, nonché il volto, verso il Bambino a destra.

 

 

 

 

Il Cenacolo

L'Ultima Cena è un dipinto parietale a tempera grassa (e forse altri leganti oleosi) su intonaco] (460×880 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1495-1498 e conservato nell'ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Si tratta della più famosa rappresentazione dell'Ultima Cena, capolavoro di Leonardo e del Rinascimento italiano in generale. Nonostante ciò l'opera, a causa della singolare tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo, incompatibile con l'umidità dell'ambiente, versa da secoli in un cattivo stato di conservazione, che è stato almeno fissato e, per quanto possibile, migliorato nel corso di uno dei più lunghi e capillari restauri della storia, durato dal 1978 al 1999 con le tecniche più all'avanguardia del settore.

Il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21, nel quale Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi apostoli. L'opera si basa sulla tradizione dei cenacoli di Firenze, ma come già Leonardo aveva fatto con l'Adorazione dei Magi, l'iconografia venne profondamente rinnovata alla ricerca del significato più intimo ed emotivamente rilevante dell'episodio religioso. Leonardo infatti studiò i "moti dell'animo" degli apostoli sorpresi e sconcertati all'annuncio dell'imminente tradimento di uno di loro.

Dentro la scatola prospettica della stanza, rischiarata da tre finestre sul retro e con l'illuminazione frontale da sinistra che corrispondeva all'antica finestra reale del refettorio, Leonardo ambientò in primo piano la lunga tavola della cena, con al centro la figura isolata di Cristo, dalla forma pressoché piramidale per le braccia distese. Egli ha il capo reclinato, gli occhi socchiusi e la bocca appena discostata, come se avesse appena finito di pronunciare la fatidica frase.

 

La Gioconda

La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto a olio su tavola di pioppo (77 cm×53 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1503-1506 circa, e conservata nel Museo del Louvre di Parigi. Opera iconica ed enigmatica, si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia, nonché di una delle opere d'arte più note in assoluto.

Il sorriso impercettibile della Gioconda, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di

 critica, di letteratura, di opere di immaginazione, di studi anche psicoanalitici. Sfuggente, ironica e sensuale, la Monna Lisa è stata di volta in volta amata, idolatrata, ma anche derisa o aggredita.

Il ritratto mostra una donna seduta a mezza figura, girata a sinistra, ma con il volto pressoché

 frontale, ruotato verso lo spettatore. Le mani sono dolcemente adagiate in primo piano, mentre

 sullo sfondo, oltre una sorta di parapetto, si apre un vasto paesaggio fluviale, con il consueto

repertorio leonardesco di picchi rocciosi e speroni. Indossa una pesante veste scollata, secondo la moda dell'epoca, con un ricamo lungo il petto e maniche in tessuto diverso; in testa indossa un velo trasparente che tiene fermi i lunghi capelli sciolti, ricadendo poi sulla spalla dove si trova

 appoggiato anche un leggero drappo a mo' di sciarpa. Alla perfetta esecuzione pittorica, in cui è

impossibile cogliere tracce delle pennellate grazie al morbidissimo sfumato, Leonardo aggiunse un'impeccabile resa atmosferica, che lega indissolubilmente il soggetto in primo piano allo sfondo,

e una profondissima introspezione psicologica. 

Il quadro di Leonardo fu uno dei primi ritratti a rappresentare il soggetto davanti a un panorama ritenuto, dai più, immaginario. Una caratteristica interessante del panorama è che non è uniforme. La parte di sinistra è evidentemente posta più in basso rispetto a quella destra. Questo fatto ha portato alcuni critici a ritenere che sia stata aggiunta successivamente.

La Gioconda si trova in una specie di loggia panoramica, come dimostrano le basi di due colonne laterali sul parapetto; una copia seicentesca mostrerebbe la composizione originaria in cui è visibile la parte architettonica successivamente mutilata.

Considerando la grande cura di Leonardo per i dettagli, molti esperti ritengono che non si tratti di uno sfondo inventato, ma rappresenti anzi un punto molto preciso della Toscana, cioè là dove l'Arno supera le campagne di Arezzo e riceve le acque della Val di Chiana. C'è un indizio preciso sulla destra della Gioconda oltre la spalla, è un ponte basso, a più arcate, cioè un ponte antico, a schiena d'asino di stile romanico, un ponte identico al ponte a Buriano che scavalca tutt'oggi l'Arno e che venne costruito a metà del XIII secolo, quando Arezzo attraversava un periodo di grande prosperità. Sopra le sue arcate passa l'antica via Cassia che collega Roma, Chiusi,Arezzo e Firenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RAFFAELLO SANZIO

 

Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento italiano.

 

Lo sposalizio della Vergine

Lo Sposalizio della Vergine è un dipinto a olio su tavola.

Lo sposalizio di Maria e Giuseppe avviene in primo piano, con al centro un sacerdote che, tenendo le mani di entrambi, officia la funzione. Come da iconografia tradizionale, dal lato di Maria, in questo caso la sinistra, si trova un gruppo di donne, da quello di Giuseppe di uomini, tra cui uno, presente in tutte le versioni del soggetto, che spezza con la gamba il bastone che, non avendo fiorito, ha determinato la selezione dei pretendenti. Maria infatti, secondo i vangeli apocrifi, era cresciuta nel Tempio di Gerusalemme (quindi con uno stile di vita casto, simile a quello delle monache) e quando fu giunta in età da matrimonio venne dato a ognuno dei pretendenti un ramo secco, in attesa di un segno divino: l'unico che fiorì, fu quello di Giuseppe.

La disposizione dei personaggi in primo piano non è allineata e con pose rigidamente bilanciate e simmetriche (come in Perugino), ma più naturale, con una maggiore varietà delle pose e dei raggruppamenti.

Lo sfondo è occupato da una piazza lastricata a grandi riquadri, al termine della quale si trova un edificio a pianta centrale, al culmine di una gradinata, sul cui portale convergono tutte le linee prospettiche del dipinto: le riflettografie hanno infatti rivelato il reticolo di linee convergenti verso il portale del tempio. Alcuni gruppetti di figure, senza un particolare significato, popolano la piazza per dare un tocco quotidiano e per scandire la profondità spaziale, con le loro dimensioni opportunamente

 scanalate. Il tempio sopraelevato ha sedici lati ed è circondato, al piano terra, da un porticato con colonne ioniche e archi a tutto sesto. Sull'architrave al centro del portico, sopra gli archi, si trova la firma

dell'artista e la data, negli spazi tra l'arco. In alto il portico è raccordato al corpo centrale da una serie di volute. Il piano superiore è scandito da lesene e finestre architravate rettangolari, con un cornicione oltre il quale si innesta la cupola con lanterna. Il portale centrale, con timpano triangolare

, è aperto e allineato a un'apertura gemella sull'altro lato, pure aperta, permettendo di mostrare il cielo e amplificare il respiro dell'opera, nonché esprimere la piena armonia tra architettura e mondo naturale.

 

 

 

 

 

 

Madonna del Prato

La Madonna del Belvedere (o Madonna del Prato) è un dipinto olio su tavola.

Immersi in un ampio paesaggio lacustre, dall'orizzonte particolarmente alto, si trovano la Madonna seduta, che regge tra le gambe Gesù Bambino, il quale sembra muovere i primi passi incerti della fanciullaggine, e san Giovannino che, inginocchiato a sinistra, offre la croce astile, suo tipico attributo, al gioco dell'altro fanciullo. Nel gesto di Gesù che afferra la croce c'è un richiamo al destino del suo martirio.

La composizione, sciolta e di forma piramidale, con i protagonisti legati dalla concatenazione di sguardi

e gesti, deriva con evidenza da modelli leonardeschi, come la Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino, ma se ne distacca sostituendo, al senso di mistero e all'inquietante carica di allusioni e suggestioni, un sentimento di calma e spontanea familiarità.

Maria ha una posa contrapposta, con la gamba destra distesa lungo una diagonale, che trascina con sé il manto azzurro bordato d'oro; alla massa azzurra si contrappone quella rossa della veste. Il rosso rappresentava la Passione di Cristo e il blu la Chiesa, per cui nella Madonna vi era sottintesa l'unione della Madre Chiesa con il sacrificio di suo Figlio. Il suo busto è quindi ruotato verso destra, ma la testa e lo sguardo si dirigono invece in basso a sinistra, verso i fanciulli. Il sole è sostituito dal volto della Vergine, che irradia il paesaggio circostante. È presente una netta linea di contorno tra i personaggi e il paesaggio che, a differenza della pittura leonardesca, viene posto in secondo piano.

 

 

Stanze Vaticane

Le Stanze di Raffaello sono quattro sale in sequenza che fanno parte dei Musei Vaticani e sono così chiamate perché affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega.

Da ovest a est si susseguono una serie di ambienti di forma rettangolare, che presero il nome dagli affreschi situati. Si incontrano così la Stanza dell'Incendio, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Sala di Costantino.

Le prime tre sono coperte da volta crociera e misurano circa 7 metri per 8; la quarta 10x15. Queste sono le stanze interessate dagli affreschi di Raffaello.

L'affresco, inquadrato da un arco dipinto, rappresenta i più celebri filosofi e matematici dell'antichità intenti nel dialogare tra loro, all'interno di un immaginario edificio classico, rappresentato in perfetta prospettiva.

Le figure sono disposte sostanzialmente su due piani definiti da una larga scalinata che taglia l'intera scena. Un primo e più numeroso gruppo è disposto ai lati di una coppia centrale di figure che conversano, identificate in Platone e Aristotele. Un secondo gruppo autonomo, in cui sono stati individuati i pensatori interessati alla conoscenza della natura e dei fenomeni celesti, è disposto in primo piano sulla sinistra, mentre di un terzo, anch'esso indipendente, ristretto e disposto simmetricamente al secondo, è di difficile l'identificazione dell'ambito intellettuale, nonostante gli sforzi degli studiosi; indizio è la presenza di una figura identificata in Euclide (o Archimede, sotto lesembianzedi Donato Bramante) intento a tracciare una dimostrazione geometrica.

Liberazione di San Pietro dal carcere

 

La scena è stata resa dal Sanzio fortemente unitaria nonostante l'articolarsi della parete in tre zone, a causa dell'apertura della finestra, che Raffaello riempì con tre momenti del racconto. Al centro, al di là di una grata tra oscure e massicce cortine murarie, avviene l'apparizione radiosa dell'angelo nel carcere, dove Pietro giace ancora profondamente immerso nel sonno e avvinto dalle catene; l'apparizione luminosa dell'angelo e le sbarre in controluce generano un sorprendente effetto di profondità spaziale. L'emanazione luminosa arriva a toccare tutti gli elementi della scena, comprese le mura carcerarie, dove permangono bagliori rossicci. Pietro appare vecchio e stanco: secondo alcuni la raffigurazione alluderebbe alla morte di Giulio II (1513), liberato dal "carcere terreno, oppure alla liberazione di Leone X, ancora cardinale, dalla prigionia che seguì la battaglia di Ravenna.

Sono presenti ben quattro tipi diversi di luce: la luna, che si riflette nelle armature dei soldati; la fiaccola, con il suo riverbero fluttuante; la luce divina, che ricorda quella presente ne "Il sogno di Costantino"; infine c'è la luce della finestra sottostante (nell'immagine è fotografata chiusa) che si somma alla luce dell'angelo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MICHELANGELO BUONARROTI

Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) è stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano.

Protagonista del Rinascimento italiano, fu riconosciuto già al suo tempo come uno dei maggiori artisti di sempre.

Fu nell'insieme un artista tanto geniale quanto irrequieto. Il suo nome è collegato a una serie di opere che lo hanno consegnato alla storia dell'arte, alcune delle quali sono conosciute in tutto il mondo e considerate fra i più importanti lavori dell'arte occidentale: il David, la Pietà, la Cupola di San Pietro o il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina sono considerati traguardi insuperabili dell'ingegno creativo.

 

La Pietà di San Pietro

La Pietà vaticana è una scultura marmorea (altezza 174 cm, larghezza 195 cm, profondità 69 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1497-1499 e conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. Si tratta del primo capolavoro dell'allora poco più che ventenne Michelangelo, considerata una delle maggiori opere d'arte che l'Occidente abbia mai prodotto. È anche l'unica opera da lui firmata, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine.

Il soggetto del gruppo scultoreo è definito nel contratto: «Una Pietà di marmo, cioè una Vergine Maria vestita con un Cristo morto nudo in braccio».

L'iconografia della Pietà veniva tradizionalmente risolta in uno schema piuttosto rigido, con la contrapposizione tra il busto eretto e verticale di Maria e il corpo irrigidito in posizione orizzontale di Gesù. Michelangelo innovò invece la tradizione concependo il corpo di Cristo come mollemente adagiato sulle gambe di Maria con straordinaria naturalezza, privo della rigidità delle rappresentazioni precedenti e con un'inedita compostezza di sentimenti. Le due figure sembrano fondersi in un momento di toccante intimità, dando origine a un'originale composizione piramidale.

La Vergine siede su una sporgenza rocciosa, qui ben finita con piccole fessure ad arte (a differenza di altre opere dell'artista in cui era semplicemente l'avanzo della sbozzatura del marmo), che simboleggia la sommità del monte Calvario.

 

David

Il David è una celebre scultura, realizzata in marmo (altezza 410 cm esclusa la base) da Michelangelo Buonarroti, databile tra il1501 e l'inizio del 1504.

L'eroe biblico è rappresentato nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia, il gigante filisteo; nella mano destra, infatti, stringe il sasso con il quale sconfiggerà il nemico da lì a poco. Lo sguardo fiero e concentrato è rivolto al nemico, con le sopracciglia aggrottate, le narici dilatate e una leggera smorfia sulle labbra che forse tradisce un sentimento di disprezzo verso Golia. Nella realizzazione degli occhi Michelangelo perfezionò la tecnica di perforare le pupille affinché potessero evitare la luce e creare un gioco di ombre che rende gli occhi molto più penetranti. Difficile è dire perché Michelangelo rompe con la tradizione che vuole Davide rappresentato con la testa di Golia tagliata oltre che non possente e muscoloso ma adolescelmente minuto. Di certo ci sono che il masso era fragile e già sbozzato e quindi forse non permetteva la creazione agile della testa; che il David di Michelangelo doveva rappresentare la neonata Repubblica e si doveva distinguere dal David di Donatello che invece sanciva la consacrazione divina dei Medici tiranni.

 

 

Tondo Doni

Il Tondo Doni è un dipinto a tempera grassa su tavola (diametro 120 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al1503-1504 circa.  Conservato nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo, è l'unica opera su supporto mobile, certa e compiuta, dell'artista.

 la Madonna in primo piano, contrariamente a tutta l'iconografia antecedente, non ha il Bambino in primo piano, ma si volta per prenderlo da Giuseppe, che è inginocchiato dietro di lei. Essa, accoccolata a terra, ha appena smesso di leggere il libro che ora è chiuso e abbandonato sul suo manto fra le gambe. Gesù, rubicondo e ricciuto, sta acconciando i capelli della madre[2]. Maria ha una bellezza virile, con una pronunciata muscolatura delle braccia, che preannuncia le Sibille della volta della Cappella Sistina. In secondo piano, emergente da una cavità con davanti una sorta di muretto grigio, si vede il piccolo san Giovanni Battista e più lontano una fascia di ignudi appoggiati a un emiciclo di rocce spezzate; sullo sfondo infine si vede un paesaggio definito sinteticamente, con un lago, un prato e montagne che sfumano in lontananza davanti a un cielo azzurrino.

L'andamento orizzontale dello sfondo contrasta con la composizione verticale e ascendente delle figure in primo piano, bilanciandola e rendendo più vivace l'insieme.

 

Sagrestia Nuova

La Sagrestia Nuova è un ambiente della basilica di San Lorenzo di Firenze, tra i capolavori di Michelangelo come architetto e come scultore.

Partendo dalla stessa pianta della Sacrestia di Brunelleschi, Michelangelo divise lo spazio in forme più complesse, trattando le pareti con piani a livelli diversi in piena libertà. Su di esse ritagliò elementi classici come archi, pilastri, balaustre e cornici, ora in marmo e ora in pietra serena, disposti però in figure e schemi completamente nuovi.

In tutte le pareti si trovano la scarsella, nel lato dell'altare, l' in compita tomba dei "Magnifici" e le due tombe dei "Duchi" nelle pareti laterali. Queste ultime, sopra le semplice specchiature profilate nella metà interiore, presentano una tripartizione interna nella fascia mediana, in cui si vedono la nicchia rettangolare con la statua del defunto al centro e ai lati, spartite da pilastri binati in marmo, due nicchie con timpano arcuato su mensole appoggiate sulla cornice, che riprendono, semplificandolo, il disegno delle nicchie sopra i portali. Le tombe si inseriscono dunque nelle pareti interagendo con l'architettura, anziché semplicemente appoggiandovisi.

 

Biblioteca Laurenziana

La Biblioteca Medicea Laurenziana, anticamente chiamata Libreria Laurenziana, è una delle principali raccolte di manoscritti al mondo, nonché un importante complesso architettonico di Firenze, disegnato da Michelangelo Buonarroti tra il 1519 e il 1534.

Essa custodisce 68.405 volumi a stampa, 406 incunaboli, 4.058 cinquecentine e, soprattutto, 11.044 pregiatissimi manoscritti

La biblioteca è una delle maggiori realizzazioni dell'artista fiorentino in campo architettonico, importante anche per le decorazioni e l'arredo interno, giunto in buono stato fino a noi (Michelangelo fornì anche disegni degli stalli di legno per la lettura dei manoscritti). L'opera viene ritenuta una piena espressione dell'atteggiamento manierista che rivendica la libertà linguistica rispetto alla canonizzazione degli ordini classici e delle regole compositive.

Il problema del dislivello tra vestibolo e sala di lettura richiese la creazione di uno scalone. Il disegno per la celebre scala tripartita venne fornito nel 1559 e inizialmente era previsto l'uso del legno di noce, che poi Bartolomeo Ammannati eseguì in pietra serena su volontà di Cosimo I.

Per la prima volta si può riconoscere un'anticipazione dello stile barocco che di lì a poco avrebbe invaso l'Europa.

Il pavimento presenta disegni intarsiati in terracotta rossa e bianca, realizzato da Santi Buglioni a partire dal 1548 su progetto del Tribolo che riprende la partizione del soffitto. Tribolo, di ritorno da Roma dove aveva incontrato Michelangelo per avere indicazioni e istruzioni per il cantiere, riporta una tecnica realizzativa ancora in parte da chiarire